Conferenza sulla Sanità Elettronica: un breve riepilogo
In occasione del Semestre di Presidenza italiana del Consiglio dell’Unione Europea, la Direzione generale del sistema informativo e statistico sanitario del Ministero della salute ha organizzato, il 7 e 8 ottobre scorso, la Conferenza sulla Sanità Elettronica.
Tale conferenza ha tratto origine dalla constatazione che l’eHealth rappresenta oggi una leva strategica in grado di innovare modelli, processi e percorsi assistenziali generando, al contempo, fondamentali stimoli allo sviluppo economico e imprenditoriale a livello nazionale ed europeo. Per tali motivi è necessario rafforzare le azioni intraprese sia a livello europeo che nell’ambito dei singoli Paesi, finalizzate alla diffusione dell’eHealth quale strumento abituale per operatori, pazienti e cittadini.
Ma cosa è scaturito da questa conferenza? A leggere i resoconti, il sentimento più diffuso è la delusione. Delusione, perché chi si aspettava informazioni chiare e decisi passi in avanti relativi a progetti importanti come il FSE, è rimasto a bocca asciutta.
Fascicolo Sanitario Elettronico
Nessuna traccia dell’ormai mitologico DPCM attuativo previsto dal Dl. 179/12. A quanto pare il decreto giace su qualche scrivania ed è ancora privo della firma che lo renderebbe effettivamente esecutivo. A quanto pare il ritardo vuole evitare di mettere in crisi alcune Regioni che sono in netto ritardo sulla tabella dei lavori previsti dal Legislatore. Da questo punto di vista i numeri forniti durante la giornata di apertura dell’incontro sono impietosi: solo il 19% delle Regioni si trova in piena operatività, il 24% è in fase di progettazione e il 44% in fase di avvio.
Telemedicina
Per quanto attiene alla Telemedicina (che era l’argomento principale della conferenza di Roma), è stata ribadita la necessità di una programmazione delle diverse azioni. In particolare pare, oramai, inderogabile la creazione di un registro completo delle sperimentazioni e dei device utilizzati: si tratta, però, di linee programmatiche di cui non si conoscono nè i termini operativi, nè i tempi.
Quello che emerge è, purtroppo, l’assenza di una governance di sistema, con progetti locali scollegati tra loro e, soprattutto, privi di una visione nazionale di più ampio respiro.